"Il momento migliore per cercare di vederla a occhio nudo nel cielo italiano sarà la notte tra il 22 e il 23 febbraio", cielo permettendo e naturalmente a patto di starsene lontani dalle zone di maggior inquinamento luminoso. Erasmo Capuzzo del planetario di Padova, precisa che "bisognerà essere pronti dopo le 21 e tenere lo sguardo rivolto a Oriente". La costellazione del Leone sorge trascinando Saturno e subito dopo arriva Lulin, la cometa verde impegnata nel suo viaggio interplanetario nel sistema solare.
Una vista in Cina
Lulin è stata scoperta nel 2007 da Quanzhi Ye della Sun Yat-sen University, di Guangzhou, nel sud della Cina. Lulin C/2007 N3 è il suo nome completo mentre l'aggettivo verde è legato al bel colore dei gas azzurro-verde che emette mentre si scalda avvicinandosi alla nostra stella. Il 23 febbraio sarà a una distanza stimata di 60 milioni di chilometri dal nostro pianeta, abbastanza da entrare nella scala del visibile, e da non suscitare nessuna preoccupazione visto che resterà a 180 volte la distanza tra noi e la Luna.
Coda e anticoda
Per gli astronomi e gli astrofili, Lulin è promettente: non una ma due code, la prima più lunga e sottile (di ioni gassosi) e di colore azzurro-verde; la seconda, un'anticoda, fatta di polveri, più corposa e rosata che sarà però poco visibile. E, poi, la sua enorme "testa", la coma, piena e luminosissima. Si tratta di una cometa mai osservata prima e nessuno sa prevederne il comportamento all'interno del sistema Solare. Il 16 febbraio passerà nella costellazione della Vergine, dopo il 20 Febbraio sarà visibile dopo il tramonto del Sole e il 24 febbraio apparirà a poca distanza da Saturno nella costellazione del Leone.
A volte ritornano
Impossibile dire se e quando ci sarà una seconda occasione di osservazione. Lulin segue un'orbita parabolica in cui la nostra stella non è che un punto di rotazione in un campo siderale. Con questo tipo di traiettoria negli ultimi anni hanno avuto una grande notorietà la cometa Yakutake, dalla sua lungha coda (milioni di chilometri) e, nel 1997 la gigantesca Hale Bopp che con un nucleo di 50km resta una delle comete più grandi conosciute, e senza dubbio la meglio osservata del XX secolo. Il primato della notorietà resta però saldamente legato alle cosiddette comete periodiche, che si ripresentano cioè nelle nostri cieli a intervalli compresi tra 50 e 200 anni.
Halley, cometa da sempre
La più celebre è quella che porta il nome dell'astronomo reale britannico di inizio '700, scienziato attivissimo e coraggioso, che nel 1705 mise in gioco la sua reputazione affermando che gli avvistamenti cometari del 1456, 1531, 1607 e 1682 erano in realtà relativi alla stessa cometa, e ne predisse il ritorno nel 1758. La cosa accadde puntualmente e da allora la conosciamo come la Cometa di Halley. Vista da Giotto nel 1303 e posta nell'Adorazione dei Magi custodita nella Cappella degli Scrovegni a Padova, la cometa di Halley ha lasciato il suo segno attraversando la storia dell'umanità. La prima osservazione "certificata" è quella compiuta dagli astronomi cinesi della dinastia Qin, nel 240a.C, l'ultima, nel febbraio del 1986, è compiuta da decine di telescopi mentre la sua coda di gas veniva attraversata dalla sonda europea Giotto. Il prossimo contatto sarà nel 2061.
